Segreteria Confederale della Cisl: le ragioni del nostro “no” allo sciopero e la scelta del confronto
La Segreteria Confederale della Cisl, riunita per una valutazione degli esiti del confronto
svoltosi negli scorsi giorni con il Governo sulla Legge di Bilancio e dei significativi
avanzamenti sino ad oggi prodotti nell’accoglimento delle proposte sindacali, ha preso
atto con rammarico della decisione unilaterale di Cgil e Uil che “pur apprezzando lo sforzo
del premier Draghi e del suo Esecutivo” hanno indetto uno sciopero generale per giovedì
16 dicembre.
La Cisl considera sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un
momento tanto delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che
non molla la presa e teso a consolidare i segnali positivi di una ripresa economica e
produttiva che necessita di uno sforzo comune per essere resa continua e strutturale.
Tanto più se si considerano i rilevanti passi avanti fatti nell’ultimo mese sui contenuti
della Legge di Bilancio, che valutiamo in modo positivo e che garantiscono avanzamenti su
riduzione delle tasse ai lavoratori e pensionati, risorse per gli ammortizzatori sociali e
contratti di espansione, maggiori stanziamenti per la sanità, importanti risorse per la non
autosufficienza, pubblico impiego, assegno unico per i figli, uniti all’ impegno forte
assunto dal Governo di aprire al più presto, un confronto con il sindacato sulle rigidità
della Legge Fornero e di accelerare la riforma fiscale.
La Cisl valuta positivamente che le risorse disponibili siano state quasi interamente
destinate ai tagli dell’Irpef, lasciando al taglio dell’Irap solo uno degli otto miliardi della
manovra, che il 95% di detti stanziamenti vada a beneficio di lavoratori e pensionati e che
oltre l’85% delle stesse, vada a favore dei redditi inferiori ai 50 mila euro.
Sono state dunque accolte le indicazioni del sindacato che chiedeva di riservare le risorse
a dipendenti e pensionati e di concentrarle nelle fasce medie, medio-basse e basse di
reddito.
La Cisl esprime un giudizio positivo sulla scelta del Governo di operare un intervento
strutturale su aliquote, scaglioni, detrazioni e no-tax area, integrandolo con quello
congiunturale sulla decontribuzione previdenziale e di impegnarsi a intensificarlo con la
prossima, imminente riforma fiscale, in ordine alla quale la Cisl non esiterà a vigilare
affinché si completi entro la prima metà del 2022, come da esplicita volontà dichiarata dal
Presidente Draghi al tavolo di confronto.
La scelta della Cisl di proseguire il confronto con il Governo e continuare ad esercitare una
pressione responsabile sul Parlamento, è anche un atto di coerenza, sia rispetto alla
piattaforma presentata, a cui l’attuale testo della manovra dà già alcune significative
risposte, sia rispetto alla posizione assunta, allora unitariamente, nella analoga
condivisione della manovra di riduzione del cuneo ottenuta nel 2020 col precedente
Governo, che non riservava ai redditi bassi sgravi superiori a quelli oggi ottenuti, ma
interessava una platea di beneficiari inferiore al 50% di quella oggi considerata.
La manovra attuale per i lavoratori e i pensionati è molto diversa e migliore di quella di un
mese fa, merito di una mobilitazione sindacale intransigente, responsabile e costruttiva,
che ha puntato a riallacciare i fili dell’interlocuzione senza conflitti sterili. I risultati sono
arrivati sulla via del dialogo e del confronto e su questa traiettoria, la Cisl intende
proseguire, in una fase decisiva per il futuro del nostro Paese, rinsaldando il dialogo
sociale per ottenere nuovi avanzamenti, continuando ad esercitare pressione sul
Parlamento per migliorare ulteriormente la Manovra e la politica di sviluppo su lavoro e
pensioni, politiche industriali e scuola, sostegno al reddito e caro-bollette, per assicurare
nuove e maggiori opportunità ai nostri giovani.
La Cisl intende anche valorizzare al massimo il tavolo sulla previdenza che il Governo si è
impegnato ad aprire entro dicembre e dal quale ci auguriamo che nessuno voglia
sottrarsi, per un confronto finalizzato a rimuovere le rigidità e le distorsioni della Legge
Fornero dando maggiori flessibilità e agibilità al sistema pensionistico italiano.
Per arrivare a traguardi concreti e duraturi non serve, a giudizio della Cisl, incendiare lo
scontro in modo generalizzato. Rischieremmo di incrinare ancor più i legami e i rapporti
sociali e industriali, già messi a dura prova da questi interminabili mesi di pandemia e di
trasformare i luoghi di lavoro in campi di battaglia ideologica. Quello che serve oggi è
l’esatto opposto: dialogo, coesione, responsabilità e partecipazione sociale.