Parere negativo del CSPI sullo schema di decreto concernente l’“istruzione domiciliare”
Nell’adunanza plenaria svoltasi ieri, 21 dicembre, in modalità telematica nel rispetto delle misure governative concernenti l’emergenza sanitaria, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso il proprio parere, all’unanimità, sullo schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante le “Modalità di svolgimento del servizio dei docenti per il sostegno didattico impegnati in attività di istruzione domiciliare, ai sensi dell’art. 16, comma 2-bis, decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 e ss.mm.ii.”
Il CSPI nella premessa/parere
- ricorda la recente normativa emanata per garantire il diritto all’istruzione agli allievi con disabilità certificata per i quali sia accertata l’impossibilità della frequenza scolastica per un periodo non inferiore a trenta giorni di lezione, anche non continuativi, per cause patologiche ulteriori rispetto alla certificazione della legge 104/92, in base alla quale l’alunno ha maturato il diritto al sostegno didattico;
- sottolinea che l’attribuzione al solo docente di sostegno del compito di effettuare l’istruzione domiciliare, prevista nello Schema di decreto in esame, risulta un passaggio poco coerente e addirittura sbagliato da un punto di vista contrattuale e normativo: l’inclusione è compito di tutti i docenti della classe e della comunità scolastica e il docente di sostegno è un insegnante della classe e non del solo allievo con disabilità;
- sottolinea, altresì, che per essere efficace iI progetto di istruzione domiciliare deve essere gestito, in considerazione delle condizioni di salute dello studente, con rigore nella pianificazione, ma con flessibilità nella gestione, prevedendo, oltre agli interventi individuali e a domicilio, l’utilizzo di didattica a distanza e di collegamenti con la classe;
- rileva che, nonostante sia previsto lo stanziamento di specifiche risorse per l’istruzione domiciliare, inspiegabilmente queste non sono richiamate nel decreto in esame, in cui al contrario si sottolinea il divieto di prevedere nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, ribadendo implicitamente la scelta di far rientrare tale prestazione nell’obbligo di servizio, senza considerare la ricaduta negativa sia per l’allievo con disabilità e per la sua classe sia per l’organizzazione scolastica;
- ritiene inoltre che nel provvedimento non siano esplicitate indicazioni concrete sulle modalità di svolgimento del servizio, mentre si modificano con modalità inappropriate il profilo e gli obblighi del solo docente di sostegno, intervenendo sulla prestazione ordinaria di lavoro che rientra nelle materie di competenza contrattuale e aprendo la strada a possibili contenziosi;
- ribadisce che la problematica affrontata è certamente molto complessa e la soluzione non può essere trovata ricorrendo alla presenza a domicilio del docente di sostegno che ha il compito precipuo di intervenire sugli aspetti didattici nel contesto della classe. Situazioni così delicate possono essere affrontate solo con un ampio intervento di tutti i soggetti istituzionali coinvolti e di tutte le figure che possono dare diversi sostegni e supporti per realizzare l’obiettivo principale dell’inclusione scolastica, in modo uniforme a livello nazionale, per tutti i gradi di scuola e a partire dalla scuola dell’infanzia.
Il CSPI, in considerazione di quanto sopra esplicitato, esprime parere negativo.