Nuovi percorsi di specializzazione sul sostegno, solite incomprensibili disparità fra aree territoriali
Il ministero dell’Università ha pubblicato oggi il decreto che avvia il VII ciclo dei percorsi di specializzazione per l’insegnamento sui posti di sostegno. La formazione per la didattica agli alunni con disabilità è una necessità che si evidenzia ogni anno quando, in occasione delle nomine in ruolo, i posti restano scoperti per mancanza di docenti forniti del titolo e ancor più questo succede quando si assegnano le supplenze.
Bene quindi che il ministero dell’Università, di concerto con quello dell’Istruzione, abbia ottenuto dal MEF l’autorizzazione per avviare 90.000 TFA di sostegno nei prossimi tre anni accademici a partire dal 2021/22.
Quello che non va, purtroppo ancora una volta, è la disparità negli accessi ai percorsi che si riscontra a livello territoriale, con differenze a volte molto marcate che non si spiegano né si possono giustificare. Su un’offerta di corsi pari a 25.874, la stragrande maggioranza riguarda atenei del centro sud. Per le università del nord invece i numeri sono davvero molto limitati.
Ancora una volta si ripropone una disomogeneità che veramente si stenta a comprendere; ancora di più si fa fatica a capire come non siano possibili interventi sulla programmazione degli atenei per determinare una necessaria inversione di rotta.
Gli insegnanti di sostegno forniti di titolo mancano soprattutto al Nord, che quest’anno vantava il 63% del totale dei posti vacanti destinati al ruolo e ne ha coperti sì e no il 20%. Il complessivo dei posti residui è pari 55.952. Dalle tabelle allegate al decreto vediamo che la Lombardia offre poco più di 1000 posti, mentre la Campania, la Calabria e la Puglia ne avranno ciascuna il doppio, Sicilia e Lazio cinque volte tanto.
Cosa manca alle Università del Nord che non riescono ad attivare i posti necessari? Eppure sono università stimate; perché alcuni territori sono più attenti a queste esigenze e altri no? Sono in affanno o dimostrano scarso interesse ai temi dell’istruzione?
La CISL Scuola denuncia da anni questa situazione, sempre più insostenibile; finora nulla è cambiato, quindi il tema va nuovamente posto all’attenzione di tutti affinché nei prossimi due anni, che vedranno l’attivazione – finalmente – di altri 64.000 TFA, si possa raggiungere una distribuzione dei percorsi più equa e rispondente ai bisogni di tutti gli alunni del Paese.
Tanti alunni con disabilità trovano in classe ogni anno docenti che insegnano sul sostegno privi di titolo; per loro sarebbe opportuno prevedere l’accesso diretto e garantito ai percorsi di formazione, per raggiungere la specializzazione e poter essere assunti in ruolo, così da garantire una continuità didattica sempre sbandierata a parole ma negata nei fatti da politiche sulla formazione che si rivelano del tutto inadeguate e prive di lungimiranza.
Roma, 1° aprile 2022
Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola