La protesta di 426 dirigenti scolastici influenzerà la chiamata dei docenti
Quattrocentoventisei dirigenti scolastici di tutta Italia hanno sottoscritto una lettera di protesta indirizzata alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Nella lettera, “i sottoscritti dirigenti scolastici dichiarano la propria inerzia e quindi non procederanno alla chiamata diretta, lasciando che siano gli uffici scolastici territoriali a procedere alle assegnazioni dei docenti”. Annunciano così di non voler procedere “alla chiamata diretta”, come previsto dalla Buona Scuola – di scegliere dunque i docenti per le loro scuole – ma di affidare il compito agli uffici scolastici regionali.
La lettera arriva dopo le dichiarazioni della ministra – riportate giorni fa dal sito Cisl Scuola di Roma – in cui prospettava un inizio d’anno diverso dal solito, con insegnanti e supplenti pronti alla propria cattedra prima dell’inizio della scuola. Secondo il Corriere della Sera “la protesta dei
dirigenti scolastici potrebbe far saltare tutto”. I dirigenti scolastici nella lettera sono tornati a denunciare la “situazione ormai insostenibile” in cui lavorano, per la retribuzione “non proporzionale al nostro carico di lavoro e responsabilità” per le “inadeguate condizioni di sicurezza delle scuole”, e per “le continue molestie burocratiche” a cui sono sottoposti.
Definendosi dei capri espiatori, spiegano chiaramente: “sui dirigenti scolastici si invera il paradosso di essere i dirigenti meno retribuiti della pubblica amministrazione e quelli su cui grava il maggior carico di responsabilità, rischi e oneri lavorativi”. Con il passo indietro dei 426 presidi, a scegliere i docenti saranno gli uffici scolastici regionali. I presidi hanno annunciato ulteriori manifestazioni di protesta.
Quattrocentoventisei dirigenti scolastici di tutta Italia hanno sottoscritto una lettera di protesta indirizzata alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Nella lettera, “i sottoscritti dirigenti scolastici dichiarano la propria inerzia e quindi non procederanno alla chiamata diretta, lasciando che siano gli uffici scolastici territoriali a procedere alle assegnazioni dei docenti”. Annunciano così di non voler procedere “alla chiamata diretta”, come previsto dalla Buona Scuola – di scegliere dunque i docenti per le loro scuole – ma di affidare il compito agli uffici scolastici regionali.