Ivana Barbacci: salvaguardare il carattere unitario e nazionale del sistema scolastico pubblico
La nostra posizione sull’autonomia differenziata, più volte espressa e sempre sostenuta dalla Confederazione, è molto chiara: va assolutamente mantenuto il carattere unitario e nazionale del sistema pubblico di istruzione». Così Ivana Barbacci, segretaria generale della CISL Scuola, commenta l’approvazione del disegno di legge Calderoli, votato dalla Camera.
«La CISL ha preso posizione in modo esplicito, anche nel corso delle audizioni parlamentari, sostenendo – sottolinea la segretaria generale – come non debbano essere oggetto della legislazione regionale aspetti regolamentari, gestionali, e meno che mai salariali, che devono essere regolamentati in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale. Per noi, infatti, il contratto collettivo di lavoro non può accettare derubricazioni regionaliste o territorialiste, mentre va scongiurata ogni ipotesi che possa limitare il diritto universale all’istruzione».
Per Ivana Barbacci, valgono le considerazioni che la CISL Scuola ha posto all’attenzione dei parlamentari nel corso dell’audizione alla Camera lo scorso 28 marzo, quando ha sollevato anche il tema dei rischi che potrebbero derivare per l’autonomia delle istituzioni scolastiche. «Il trasferimento alle Regioni di pieni poteri su materie quali il reclutamento, la valutazione, la formazione, la mobilità del personale della scuola, ivi compresi i dirigenti, potrebbe favorire dinamiche di condizionamento più accentuate di quanto non avvenga in un sistema di dimensione più ampia. Potrebbero crearsi condizioni favorevoli a un centralismo ancor più marcato, per le istituzioni scolastiche, di quello ipotizzabile in un sistema governato a livello nazionale, con grave rischio di condizionamento per la stessa libertà d’insegnamento».
«Al nostro Paese – conclude la segretaria generale CISL Scuola -, già afflitto da insostenibili situazioni di squilibrio e disuguaglianza fra i territori, serve più che mai un sistema di istruzione capace di formare una comunità nazionale coesa, unita sul piano culturale e da un’effettiva parità di accesso a diritti costituzionalmente garantiti. Serve una scuola che unisce e promuove ovunque una cittadinanza responsabile, con particolare attenzione alle aree di più acuto disagio. Va evitato il rischio di andare nella direzione esattamente opposta».
Roma, 19 giugno 2024