Ivana Barbacci: “Posti stabilizzati in organico, più assunzioni in ruolo. Come risolvere insieme due problemi sollevati dall’UE”
“Non sono purtroppo una novità le questioni su cui, a quanto si apprende dagli organi di informazione, si potrebbe avviare una procedura di infrazione sull’abuso di lavoro precario e sulla discriminazione che subisce chi, lavorando con contratti a tempo determinato, non si vede riconosciuta la progressione di anzianità prevista per il personale di ruolo”, così la segretaria Ivana Barbacci sulla recente notizia del deferimento dell’Italia da parte della Commissione Europea alla Corte di Giustizia dell’Ue.
E continua: “E’ una fattispecie, quest’ultima, già oggetto di contenziosi, sostenuti anche dalla CISL Scuola, che hanno visto soccombente l’Amministrazione. Il principio della non discriminazione è peraltro alla base della norma che, recentemente, ha previsto di estendere la card docenti anche ai supplenti annuali.
Si tratta ora di vedere in che modo governo e parlamento daranno seguito alle decisioni che assumerà la Corte di Giustizia, mettendo fine alla latitanza che si è registrata rispetto a precedenti richiami.
C’è anche un aspetto ai limiti del paradosso, in questa vicenda: la Commissione Europea che avvia la procedura di infrazione è la stessa che da anni si oppone, come è noto, a soluzioni legislative che vadano nel senso indicato dalla CISL Scuola per quanto riguarda il reclutamento, imponendo di fatto di procedere con modalità di reclutamento fallimentari, esse stesse fonte di ricorso inevitabile al lavoro precario, in assenza di alternative da noi indicate, ma respinte ‘perché l’Europa non vuole’.
Difficile calcolare con precisione i possibili costi economici, mentre è ancora più evidente la necessità di irrobustire la dotazione di risorse per il prossimo CCNL del comparto.
Sull’abuso di lavoro precario, siamo di fronte anche in questo caso a una questione non nuova, che in passato vide addirittura il tentativo di risolvere il problema scaricandone le conseguenze sui diretti interessati, ipotizzando un assurdo divieto di conferire una nuova supplenza dopo tre anni.
Dando per scontato che non possa essere questa la risposta, ho solo da ribadire richieste che stiamo facendo da tempo: stabilizzare i posti in organico, rendendo possibile la loro copertura con personale di ruolo, rimuovere le disposizioni che impediscono di assumere su tutti i posti vacanti, rivedere il sistema di reclutamento, perché chi lavora precariamente abbia opportunità di rendere a tempo indeterminato il proprio rapporto di lavoro, attraverso un canale di assunzione che valorizzi l’esperienza maturata, da riconoscere come fattore rilevante di crescita professionale.
Superare la precarietà prolungata sarebbe in realtà, a ben vedere, la chiave per risolvere positivamente, in un colpo solo, le due questioni oggetto di infrazione.
Nell’incontro che avremo martedì col ministro non mancheremo certo di porre sul tavolo anche questi temi”.