Indagine CISL Scuola. Si continua a parlare di date, ma non si affrontano i problemi veri
Si continua a parlare di date, ma non si affrontano i problemi veri e le scuole potranno far conto solo su sé stesse. Un sondaggio della CISL Scuola fra i dirigenti scolastici delle secondarie di II grado.
Sul rientro a scuola ancora un rinvio di qualche giorno, dopo che per settimane si è continuato a discutere solo di date, lasciando sostanzialmente irrisolte tutte le questioni che hanno diretta e concreta incidenza sulle condizioni di sicurezza che andrebbero garantite per la ripresa delle attività scolastiche, a partire dai trasporti. Per avere un quadro della situazione la CISL Scuola ha condotto un’indagine tra i dirigenti scolastici delle superiori, e i dati confermano che sulle azioni messe in campo per preparare il ritorno a scuola il giudizio è ampiamente negativo: il 31,6% le considera per nulla efficaci, sono poco efficaci per il 51,2%, solo il 16,7% le ritiene efficaci. Si tratta in ogni caso di scelte (o non scelte) che vedono per lo più trascurate le reali e specifiche esigenze delle scuole, mentre è prevalente l’attenzione per le modalità di organizzazione di altri servizi esterni: la pensa così il 61,6% degli intervistati, mentre il 34,2% ritiene che i reali bisogni della scuola abbiano avuto considerazione solo in parte.
Sconfortante il quadro relativo ai servizi di trasporto, considerato che ad avere necessità di servirsi dei mezzi pubblici è il 70% della popolazione scolastica. Eppure solo in minima parte le aziende di trasporto hanno modificato gli orari per favorire lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite, mentre nell’80% dei casi non è previsto alcun controllo per evitare gli assembramenti alle fermate dei mezzi.
Della notevole complessità a gestire la riorganizzazione per turni, riflesso delle criticità non risolte sul versante dei trasporti, danno conto le risposte ai quesiti riguardanti le due ipotesi di cui si è discusso nelle scorse settimane (75% o 50% come quota da garantire): anche tenuto conto che l’ipotesi 75% è al momento di fatto accantonata, emerge che per articolare gli ingressi a scaglioni occorre modificare l’orario per oltre 5 docenti che prestano servizio su più scuole nel 45,7% dei casi, mentre in più 50% dei casi la turnazione comporta la riduzione di attività pomeridiane già strutturate. Alta anche la percentuale di chi considera rilevante l’incidenza sulla conciliazione fra tempi di lavoro e quelli di vita familiare, così come è valutata di notevole impatto l’incidenza sulla qualità e l’efficacia della didattica.
Fa riflettere il dato riguardante le richieste delle famiglie, che non risultano premere più di tanto per il rientro in presenza ad ogni costo: sfiora il 20% la quota di chi, secondo la percezione dei dirigenti scolastici che hanno risposto all’indagine, preferirebbe proseguire con la didattica a distanza, mentre sono meno del 10% le famiglie che vorrebbero una riapertura completa e totale delle scuole. La soluzione del 50% in presenza risulta in effetti quella più apprezzata.
Sulla Didattica Integrata le risposte dei dirigenti evidenziano un elevato tasso di coinvolgimento degli studenti, pur rimanendo le difficoltà legate a carenze di connettività e di strumentazione, e merita un’attenta considerazione il fatto che i Dirigenti la ritengano non solo una risorsa che ha consentito di far fronte al lockdown, ma anche un’esperienza che ha prodotto una crescita professionale, utile dunque anche oltre l’emergenza.
Preoccupante, infine, la percentuale di chi ritiene insufficiente la dotazione di personale per garantire un servizio articolato in turnazioni: il 51,2% dichiara di non avere un numero di collaboratori scolastici sufficiente, ma la percentuale diventa ancor più alta (65,1%) se si escludono dal conteggio le scuole (21 %) i cui dirigenti dichiarano di non prevedere turnazioni.
“È di tutta evidenza – commenta Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola – che ai tanti prevedibili problemi saranno le scuole a dover far fronte, come sempre, senza efficaci supporti esterni. Un discorso che riguarda non soltanto le superiori, ma anche tutte gli altri gradi di scuola che da settembre lavorano in presenza. Intanto, l’assenza di dialogo e di ascolto contribuisce ad alimentare incertezze e incomprensioni che rischiano purtroppo di accompagnare inevitabilmente la ripresa delle attività didattiche“.
Roma, 5 gennaio 2021