Gissi: “quota 100”, evitare che aumenti la precarietà del lavoro nella scuola
Nel momento in cui viene varato il decreto “quota 100”, la CISL Scuola ribadisce la necessità di tenere nella dovuta considerazione le particolari modalità con cui avvengono le cessazioni dal servizio del personale scolastico, che può andare in pensione unicamente il 1° settembre di ogni anno. Una scadenza ravvicinata rispetto ai numerosi adempimenti che incidono sia su lavoratrici e lavoratori direttamente interessati, sia sulle procedure di regolare avvio dell’anno scolastico. Per chi vuole andare in pensione, occorre garantire una puntuale e corretta valutazione dei requisiti posseduti, che incidono sia dal punto di vista del diritto di accesso alla pensione, sia alla determinazione del suo ammontare. Dal punto di vista organizzativo, sapere con certezza quante saranno le cessazioni dal servizio è indispensabile al fine di rendere disponibili per le operazioni di mobilità (trasferimenti e passaggi di ruolo, cattedra o profilo) i posti che si liberano per effetto dei pensionamenti.
“Proprio per un’ottimale gestione delle operazioni si sono anticipati, quest’anno, i termini di acquisizione delle domande di pensionamento. Doverosa, pena il determinarsi di inaccettabili discriminazioni a danno del personale della scuola, la riapertura dei termini per quanti potranno e vorranno avvalersi delle nuove opportunità – afferma la segretaria generale della CISL Scuola Maddalena Gissi – ma ora ci si attivi per accelerare al massimo tutti gli adempimenti connessi alla gestione delle domande. Fare presto e bene è l’obiettivo che l’Amministrazione deve darsi, stabilendo opportune intese con l’INPS, attivando momenti di coordinamento a livello territoriale per i quali se necessario anche le strutture sindacali e di patronato sono pronte a rendersi disponibili”.
La segretaria generale della CISL Scuola richiama poi nuovamente l’attenzione sulla necessità di evitare che un’eventuale alto numero di pensionamenti comporti il dilatarsi a dismisura di contratti precari. “Si faccia il possibile perché i posti lasciati liberi da chi lascia il servizio siano coperti con lavoro stabile. Mai come in questo caso l’interesse dei lavoratori coincide con quello di un ordinato ed efficace svolgimento delle attività scolastiche: stabilità e continuità sono compromesse alla radice se il ricorso alle supplenze continua a crescere in modo esponenziale. Abbiamo avanzato da tempo proposte precise in materia di reclutamento, ora servono decisioni opportune e tempestive, siamo pronti a confrontarci da subito se può essere utile a favorirle”.
Roma, 17 gennaio 2019