Criteri conferimento incarichi dirigenziali – dirigenti scolastici
Si è svolto il 1° giugno 2022 l’incontro di informativa e confronto convocato dall’Amministrazione per la determinazione dei criteri generali per il conferimento degli incarichi dirigenziali, ai sensi dell’art. 5 comma 3 lettera g) del CCNL Area Istruzione e ricerca.
Il comma 4 del medesimo articolo stabilisce che, per i dirigenti delle Istituzioni scolastiche, il confronto di cui al comma 3 si svolge in sede MIUR (ora MI), a livello nazionale. È da sottolineare che il CCNL prevede l’informazione specificamente sulle materie oggetto di confronto o contrattazione. A livello di USR però non sono previsti né confronto né contrattazione su questa materia, totalmente rimessa a livello nazionale. I criteri, dunque, a parere della Cisl Scuola, devono essere definiti esclusivamente a livello nazionale.
La definizione dei criteri è propedeutica all’emanazione dell’annuale nota che regola le Operazioni di attribuzione degli incarichi dirigenziali e in realtà l’Amministrazione ha sottoposto all’attenzione delle OO.SS. proprio la formulazione dell’annuale circolare per il mutamento di incarico. L’intero processo infatti richiede un approccio sistematico di notevole difficoltà perché condizionato anche dalla definizione delle nuove fasce di complessità delle istituzioni scolastiche. L’insieme di criteri, fasce, retribuzione quota variabile, condiziona da un lato le possibilità di una scelta consapevole dei dirigenti in scadenza di contratto che intendono richiedere un mutamento di incarico e dall’altro le possibilità di rientro nella Regione di appartenenza dei colleghi che chiedono la mobilità interregionale.
Per il primo aspetto, la Cisl Scuola ha sottolineato preliminarmente che i dirigenti scolastici che chiedono il mutamento di incarico devono anche poter conoscere la nuova attribuzione delle fasce che l’amministrazione sembra essere intenzionata a far partire dall’a.s. 2022/2023.
Il mutamento di incarico non può evidentemente essere richiesto senza avere alcuna contezza della relativa situazione retributiva che, come noto, deve essere anche riportata nel contratto individuale. Pertanto, nella nota resa in bozza dall’Amministrazione deve essere inserita la previsione, peraltro contenuta nell’art. 19 del Dlgs 165/2001, che l’amministrazione renda preliminarmente conoscibili, mediante pubblicazione di apposito avviso sul sito istituzionale, il numero ed anche la tipologia dei posti di funzione che si rendono disponibili. Se questo per motivi tecnici non potrà essere possibile, i contratti dovranno eventualmente riportare le precedenti posizioni di fascia delle istituzioni scolastiche e le relative clausole di salvaguardia per la durata del triennio, che impediscano la diminuzione della posizione di parte variabile e le conseguenti restituzioni.
Per il secondo aspetto, la Cisl Scuola ha nuovamente chiesto che nella base di calcolo della quota del 60 per cento siano inserite le scuole dimensionate per effetto della legge di bilancio. Infatti, la norma richiamata prevede che siano considerate le sedi annualmente vacanti in ciascuna Regione. Qualora in alcune Regioni si dovessero prospettare situazioni per cui possono essere prevedibili situazioni di esubero di personale per gli anni scolastici successivi, così come previsto dalla norma, il Direttore regionale potrebbe ridurre la base di calcolo alle sole scuole normo-dimensionate. Peraltro, è innegabile che quei posti sono da considerare vacanti, visto che sono sedi disponibili per i mutamenti di incarico entro la Regione.
È stato inoltre chiesto che l’eventuale diniego del previsto nulla osta debba essere adeguatamente motivato e che siano previsti criteri di precedenza per l’accoglimento delle domande di mobilità interregionale. È inoltre necessario indicare l’ordine di priorità delle eventuali richieste di mobilità interregionale e Regionale presentate. L’incontro è stato aggiornato al 7 giugno. In generale si deve constatare come anche le operazioni di mutamento di incarico siano fortemente condizionate e afflitte dalla complessità della situazione che si è determinata nella gestione del FUN, della mobilità interregionale, delle fasce di complessità. L’incertezza costante sulla condizione professionale dei dirigenti scolastici è frutto della evidente mancanza di attenzione e di programmazione evidenziata in questi anni. Nonostante le richieste presentate dalle Organizzazioni sindacali non si è provveduto ad un adeguato finanziamento del Fun, si sono create le condizioni per una futura certa riduzione stipendiale per una consistente parte di dirigenti scolastici, non sono stata ascoltate le richieste di coloro che dopo anni di servizio in luoghi lontani dalla famiglia aspirano legittimamente a ricongiungersi ai propri cari. Persino del decreto sulla valutazione dei rischi strutturali nelle istituzioni scolastiche si è persa ogni traccia. Nonostante le promesse e le dichiarazioni e la firma del Patto per la Scuola, sino ad ora nessuno degli impegni assunti nei confronti dei dirigenti scolastici ha trovato realizzazione.