Attenzione, cura e qualità delle relazioni come chiave del successo scolastico. Teoria e pratica di un modello educativo in un evento della CISL Scuola a Didacta Italia

“Una scuola che si prende cura” è il tema dell’evento organizzato dalla CISL Scuola nella sua seconda giornata di presenza a Didacta Italia 2025. Il titolo prende spunto dal progetto Care School realizzato dall’I.C. “Senigallia Centro – Fagnani” di Senigallia (AN) avendo come riferimento teorico un modello elaborato dal Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona.
L’attenzione e la cura per il benessere dei bambini e la qualità delle relazioni educative sono fattori che giocano un ruolo decisivo nel favorire il successo scolastico, come testimoniano anche gli esiti delle ultime prove Invalsi, che collocano gli alunni della scuola attuatrice del progetto al di sopra della media nazionale.
A illustrare in dettaglio l’impianto teorico del progetto e la sua applicazione nel concreto dell’esperienza scolastica sono stati Marco Ubbiali, professore associato in Pedagogia generale e sociale e docente di Ermeneutica delle pratiche educative presso l’Università degli studi di Verona, e Patrizia Leoni, dirigente dell’istituto comprensivo che ne ha curato l’attuazione.
Marco Ubbiali, da tempo stretto collaboratore di Luigina Mortari, in premessa ha ricordato il percorso lungo e difficile che si è dovuto compiere per far riconoscere alla dimensione della “cura” una piena valenza pedagogica, ancorata a presupposti filosofici che, scorrendo i secoli, trovano in Socrate e in Heidegger alcuni dei più autorevoli punti di riferimento.
Avere cura di sé e del prossimo è una condizione essenziale per maturare sul piano personale e sociale. Applicata alla scuola, è un’impostazione che porta in sé un’idea di insegnante e dell’insegnare che mette al centro la figura dell’alunno.
Agire in una dimensione di cura significa creare un contesto di valorizzazione personale che favorisce l’efficacia del processo di apprendimento: perché questa dimensione si realizzi, serve un’azione convergente di tutti i soggetti che agiscono all’interno della scuola e di quelli che ne compongono il contesto, in un’ottica di comunità educante il cui perimetro è ben più ampio di quello dell’edificio scolastico.
Patrizia Leoni ha raccontato l’esperienza della scuola primaria Pascoli, a Senigallia, ricordando come in premessa sia stato necessario porre il massimo impegno per acquisire la consapevolezza di quanto la cura, e la relazione educativa, costituiscano elementi centrali, e non accessori, del processo di insegnamento. L’esperienza della pandemia, in quel momento incombente, ne ha reso più piena la consapevolezza da parte del corpo docente e delle stesse famiglie.
L’esperienza, condotta dalla scuola come sperimentazione interna (art. 6 del DPR 275/99), si è basata in partenza su una significativa fase formativa e sul forte sostegno a iniziative già attuate nel plesso in chiave di cura (coro e “favolare”), sviluppandosi con modalità nella quali la dimensione collegiale è sempre stata fortemente valorizzata.
La segretaria generale CISL Scuola, Ivana Barbacci, ha messo in evidenza come il progetto sia di estremo interesse per un sindacato fortemente impegnato a sostenere un modello di scuola accogliente, inclusiva, dove la valorizzazione del merito non sia declinata in termini competitivi ma in un’ottica di condivisione e cooperazione che deve caratterizzare anche i processi di insegnamento e apprendimento. È uno dei modi attraverso i quali la scuola afferma il proprio carattere di comunità educante, che non può avere per proprio fine la selezione dei migliori, ma la crescita e il miglioramento di ogni alunna e alunno.
Nel corso della giornata si sono alternate nello stand CISL Scuola le testimonianze di scuole protagoniste in realtà territoriali diverse di significative esperienze metodologiche e didattiche: l’IC Giovanni Arpino di Sommariva del Bosco (CN), l’ITT Giovanni Malafarina di Soverato (CZ), l’IIS Carlo Matteucci di Roma, il liceo umanistico Giuseppe Parini di Seregno (MB).
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