Il punto sulla didattica a distanza: quanta, come, dove. Un report della Cisl Scuola
L’indagine di cui si riportano gli esiti è stata condotta attraverso un questionario al quale sono stati chiamati a rispondere i componenti CISL delle RSU e i delegati di istituto, facendo sì che non vi fosse più di una risposta per ogni istituzione scolastica. La modalità di somministrazione del questionario è stata in qualche modo imposta dalla difficile situazione in atto: la sospensione delle attività didattiche in presenza, e in generale le misure restrittive adottate per contrastare la diffusione del contagio, hanno infatti impedito di coinvolgere direttamente, come alcune delle domande inserite nel questionario avrebbero richiesto, studenti e famiglie, il cui punto di vista è stato perciò dedotto in modo indiretto da chi materialmente rispondeva alle domande. Per questa ragione, tutti i dati che riguardano, ad esempio, il grado di soddisfazione espresso dalle famiglie o il livello di impegno degli studenti, sono necessariamente filtrati dalla “percezione” del compilatore, desunta dalle relazioni di cui lo stesso dispone con gli alunni e il loro contesto familiare. È questo un limite di cui crediamo sia giusto e doveroso dare conto preventivamente, insieme a quello più generale di un lavoro che, senza avere presunzione di inappuntabile scientificità, crediamo possa risultare significativo e attendibile sia per la dimensione del campione (2.600 istituti sono circa il 30% di quelli effettivamente presenti nel sistema scolastico statale italiano), sia per la sua articolazione per tipologia di istituto, che vede quasi perfettamente riproposta la suddivisione in percentuale fra istituti del I ciclo di istruzione (infanzia – primaria – secondaria di I grado) e del II ciclo (scuola secondaria di II grado). Ciò premesso, passiamo alla lettura dei dati, raccolti nel periodo compreso fra il 2 e il 5 aprile attraverso un questionario composto da 15 quesiti a risposta chiusa, proposto utilizzando un modulo Google.