“I bambini e la scuola non siano la periferia dell’Italia”, Gissi all’assemblea unitaria del Quirino a Roma
“Il lavoro che facciamo, nelle scuole, nelle università e accademie, nei centri di ricerca, è fondamentale per un Paese come l’Italia, che da sempre ha nell’intelligenza e nella creatività la sua risorsa principale. Un Paese per il quale la materia prima è la materia grigia. Non destinare a questi settori il necessario investimento è una scelta incomprensibile e irresponsabile”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale della Federazione CISL di Scuola, Università e Ricerca nel suo intervento all’assemblea unitaria svoltasi nella mattinata di oggi, 15 novembre, al teatro Quirino di Roma.
“E poi c’è un altro compito che svolgiamo, formare persone pronte a esercitare pienamente i loro diritti di cittadinanza, a vivere responsabilmente la propria condizione di membri di una comunità che ha bisogno quanto mai, proprio per la difficile situazione economica e sociale che sta vivendo, di essere unita e coesa. Per questo abbiamo voluto una scuola che sia comunità educante, ma questo può avvenire solo in un legame stretto e forte con la società, guai se la scuola rimane isolata o peggio dimenticata. Troppe spesso la periferia d’Italia sono i bambini, sono le scuole abbandonate nel disagio. A questo governo, espressione di forze politiche sempre prodighe di promesse, chiediamo la giusta attenzione al lavoro che si svolge in tutti i settori del nostro comparto, settori che da quel lavoro traggono la loro efficacia e la loro qualità: un’attenzione non nelle parole, ma nei fatti. La legge di bilancio in discussione alle Camere non dà risposte sufficienti. Non investe in conoscenza, e questo rischia di rendere inefficaci altri interventi che restano di natura assistenzialistica se non si aprono prospettive reali di esercizio di un diritto che dovrebbe essere primario, il diritto al lavoro”.
“Si assecondano invece pretese di autonomia regionale in materia di istruzione che rischiano di minare alle fondamenta l’unitarietà del sistema e le pari opportunità di accesso al diritto allo studio, accentuando le attuali situazioni di squilibrio anziché ridurle, come sarebbe doveroso. Il dibattito che faremo nelle prossime settimane in tutti i posto di lavoro non sarà solo per ragionare del prossimo contratto, per il quale rivendicheremo con tutte le iniziative di cui il sindacato dispone lo stanziamento delle risorse necessarie, quelle che la legge di bilancio al momento non ci dà. Dovrà essere un’occasione per riflettere insieme su come contrastare la logica dilagante del ripiegamento in sé stessi, delle chiusure, degli egoismi individuali e sociali. Quanto mai necessario, non solo per noi e per la società in cui viviamo, un sindacato che sappia esprimere con lucidità e con forza la sua confederalità, che significa capacità di unire e di promuovere solidarietà”.
Roma, 15 novembre 2018