Nazionale. Riparte all’ARAN la trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici
Si è svolto ieri, presso l’ARAN, il secondo incontro del tavolo negoziale per il rinnovo del CCNL dei dirigenti scolastici. La ripresa delle trattative era stata più volte sollecitata dalla CISL Scuola, non essendovi alcuna ragione per ritardare ulteriormente la prosecuzione di un negoziato avviatosi 14 maggio e per il quale erano già state poste da tempo tutte le premesse. Al centro del confronto odierno sono stati gli aspetti retributivi, connessi all’utilizzo delle risorse stanziate per il rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 2016/2018 e di quelle specificamente previste per i dirigenti scolastici dalla legge di bilancio 205/2017. Il c. 591 dell’art. 1 aveva infatti disposto lo stanziamento rispettivamente di 37, 41 e 96 milioni negli esercizi finanziari 2018, 2019, 2020 finalizzati alla progressiva armonizzazione della retribuzione di posizione parte fissa alle altre dirigenze del Comparto. Queste risorse dovevano essere integrate per i medesimi fini dai 35 milioni di euro inizialmente destinati al FUN dalla legge 107/2015.
L’ARAN ha presentato un suo schema di proposta relativamente all’utilizzo dei soli fondi contrattuali previsti per la generalità del Comparto, riferendosi alle percentuali dell’Atto di indirizzo Madia (0,36% – 2016; 1,09%-2017; 3,48%-2018) applicabili alle retribuzioni medie. Per tutti i dirigenti di II fascia del Comparto, secondo l’ARAN, tale quota si tradurrebbe a regime in 125 euro medi mensili per 13 mensilità sul tabellare.
Per la retribuzione di posizione i fondi contrattuali destinati ai dirigenti scolastici consisterebbero in 10 euro di incremento sulle 13 mensilità. Secondo questa proposta, la restante parte dei fondi contrattuali sarebbe destinata alla retribuzione di risultato, senza che tuttavia l‘Agenzia ne abbia quantificato l’importo. Per la dirigenza scolastica però devono essere aggiunte le già richiamate risorse in legge di bilancio.
A tal proposito un primo problema si è palesato sui 35 milioni di euro della legge 107/2015 che il Miur vorrebbe destinare al FUN, sicché sarebbero disponibili per l’equiparazione nel 2018 solo circa 11 milioni di euro. Questa scelta è apparsa inspiegabile e la CISL Scuola l’ha energicamente contestata. Inoltre per l’utilizzo dei fondi nell’E.F. 2020 (evidentemente fuori dalla vigenza contrattuale) l’ARAN ha proposto di inserire nel CCNL una dichiarazione di intenti circa la loro destinazione. Anche questa ipotesi è apparsa debole e la CISL Scuola ha avanzato alcune articolate soluzioni tecniche al fine di consentire sin dal primo gennaio 2019 l’equiparazione sulla retribuzione di posizione di parte fissa. L’ARAN si è riservata di prendere in considerazione le osservazioni e le proposte delle delegazioni sindacali, impegnandosi a riconsiderare lo schema presentato e a completarlo in relazione a tutte le componenti stipendiali.
Gli approfondimenti tecnici richiedono necessariamente un aggiornamento del tavolo, la cui riconvocazione è ipotizzabile ai primi giorni del prossimo settembre. La CISL Scuola ha anche posto il tema delle reggenze e del loro finanziamento, considerando che si tratta ormai di un fenomeno strutturale e che il prossimo anno scolastico un istituto su quattro risulterà privo di dirigente. La convocazione di oggi ha dunque affrontato un argomento centrale del rinnovo contrattuale ed è senz’altro da considerarsi come un segnale positivo per la prosecuzione del negoziato, che in ogni caso si annuncia estremamente complesso.