Orientamento (autonomo), Istruz. professionale e Speriment.ne quadriennale: i pareri del CSPI
Nell’Adunanza Plenaria del 18 gennaio 2018 il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) ha espresso alcuni pareri di particolare rilievo:
- parere autonomo sull’“Orientamento scolastico”
- parere sullo “Schema di regolamento ai sensi dell’art. 3, comma 3, del decreto legislativo 13.4.2017, n. 61 (percorsi di istruzione professionale)”
- parere su “Schema di DM di approvazione dell’elenco dei progetti di sperimentazione dei licei ed istituti tecnici quadriennali di cui al DM 567 del 2017“
- parere sulle “Modifiche alle Indicazioni provinciali per le scuole primarie e secondarie di primo grado in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano”
* * *
Parere autonomo sull’“Orientamento scolastico” (votato all’unanimità)
Il CSPI, in esordio di parere, sottolinea come il tema dell’orientamento scolastico sia “fattore di notevole incidenza per il contrasto alla dispersione scolastica, per il miglioramento dell’efficacia della proposta didattica e formativa e per la promozione della cittadinanza attiva e dell’inclusione sociale”.
Dopo un’ampia disamina del “quadro normativo” e dello “stato dell’arte” – con la sottolineatura, tra l’altro, dell’importanza delle audizioni effettuate con alti dirigenti ministeriali e stimabili esperti della materia (audizioni dalle quali emerge l’efficacia della visione di un sistema scolastico integrato che si sviluppi nella direzione europea della Lifelong, la dimensione verticale dell’apprendimento) – il parere del CSPI assume i principi definiti dalle Linee Guida Nazionali Orientamento Permanente 2014 come base programmatica ineludibile, nella consapevolezza che il passaggio da un’accezione informativa dell’orientamento ad una che ne assuma più pienamente la valenza formativa presuppone una didattica coerente con tale scopo.
Il CSPI delinea, di conseguenza, una proposta in tema di didattica orientativa (“Insegnare ad orientarsi”) che sviluppi negli studenti, attraverso la conoscenza degli oggetti del sapere, la conoscenza di sé e delle proprie capacità di azione: insegnare e nello stesso tempo prendersi il tempo per osservare come gli alunni imparano; rallentare il tempo, se necessario, per far apprezzare le loro conquiste e il modo in cui sono state raggiunte.
L’obiettivo è far vivere la scuola non come un ostacolo da superare, ma come lo strumento per superare gli ostacoli. Questo comporta la proposizione di contenuti e modalità di apprendere significativi e motivanti, secondo il triplo vincolo: 1) del rispetto dei tempi e delle modalità del discente; 2) della rielaborazione condivisa di un patrimonio culturale e interpretativo; 3) della proiezione verso un futuro in gran parte non prevedibile.
Secondo il CSPI una didattica orientativa non può che poggiarsi come orizzonte pedagogico e programmatico di riferimento sul concetto di competenza, intesa come parte integrante e duratura della personalità di ciascun allievo, e non sovrapponibile ai meri risultati dell’apprendimento che della competenza sono solo parziali indicatori.
Dopo aver esaminato il rapporto della scuola con la realtà in cui si trova inserita ed elencato le competenze necessarie agli insegnanti per “saper orientare”, il CSPI delinea l’orientamento entro una prospettiva “esistenziale”: mirare alla promozione della persona che, in grado di esprimere competenze auto-orientative, si fa arbitro del proprio destino ed attore del proprio percorso di vita.
In questa visione è quanto mai essenziale, pertanto: a) collocare le strategie di orientamento entro una prospettiva sistemica; b) inserire l’orientamento scolastico entro un set di politiche (istruzione, formazione, lavoro, coesione sociale, pari opportunità) che supportino la persona lungo l’intero arco della vita.
Considerato in questi termini il percorso di orientamento sarà necessariamente un “progetto condiviso” che non potrà prescindere dalla compartecipazione delle famiglie, chiamate a lavorare insieme alla scuola, in continuità orizzontale, sugli aspetti formativi dell’orientamento in “comunità d’intenti”.
Il CSPI inoltre ritiene indispensabile il superamento dell’ottica informativa dell’orientamento a favore di una dimensione trasversale e continua, che attraversi ugualmente tutti gli ambiti e tutte le discipline a partire dalla scuola dell’infanzia fino agli studi superiori. Orientare, pertanto, dovrebbe significare dare un tempo e un luogo per orientarsi, grazie alle conoscenze acquisite sul mondo e su di sé nel mondo.
Queste le conclusioni del CSPI: “Incidere in materia di prevenzione degli abbandoni scolastici significa a) salvaguardare la qualità dei percorsi d’istruzione e formazione delle studentesse e degli studenti del nostro Paese; b) permettere pari opportunità di accesso, di acquisizione e di preparazione di qualità ad un numero superiore di studenti rispetto alla situazione attuale; c) recuperare in futuro l’investimento fatto oggi, da organizzare in termini di sviluppo e di miglioramento della condizione sociale e culturale complessiva”.
* * *
Ultimate le procedure di discussione e votazione, è intervenuta in Adunanza, per un breve saluto, la ministra Fedeli che ha espresso compiacimento e apprezzamento per l’importante contributo autonomo da parte del CSPI su una materia così rilevante per l’intero sistema scolastico.
* * *
Parere sullo “Schema di regolamento ai sensi dell’art. 3, comma 3, del decreto legislativo 13.4.2017, n. 61 concernente i percorsi di istruzione professionale” (votato a maggioranza)
In premessa di parere il CSPI condivide la necessità, così come previsto dalla legge 107/2015 e dal successivo provvedimento attuativo, del rilancio dell’istruzione e della formazione professionale che trova nel testo del Decreto in esame una significativa apertura di possibilità.
Il CSPI ritiene, però, opportuno un rinvio dell’attuazione del provvedimento di riforma per le seguenti ragioni:
- i tempi di realizzazione sono troppo compressi. Ciò non permetterà alle istituzioni scolastiche le migliori condizioni di applicazione della novellata normativa;
- la piena applicazione del regolamento necessita di ulteriori provvedimenti ministeriali che dovranno essere emanati nei prossimi mesi;
- gli istituti professionali, in molte Regioni, si troveranno nelle condizioni di non garantire alle famiglie che intendano iscrivere i figli nell’a.s. 2018/19 sia una scelta consapevole sia la possibilità di conseguire all’interno del percorso di studi la qualifica triennale;
- le necessarie attività di formazione del personale connesse all’attuazione del riordino saranno difficilmente realizzabili in tempo utile.
Il CSPI inoltre sottolinea come il cambiamento del paradigma didattico e l’introduzione di un progetto formativo individuale richiedano un forte investimento in organici e in risorse (MOF, laboratori e strutture di contesto).
Nel merito dell’articolato del decreto il CSPI
- rileva che il riordino dell’istruzione professionale deve tener conto dei cambiamenti legati alle innovazioni tecnologiche che condizionano il mondo del lavoro;
- sottolinea la necessità di introdurre nuove metodologie didattiche che inducano gli studenti a cogliere la validità delle teorie e dei paradigmi astratti partendo dalla osservazione della realtà e quindi da modelli concreti;
- condivide la necessita di una personalizzazione dei percorsi formativi e l’importanza della funzione tutoriale per orientare, sostenere e accompagnare il percorso di studi di ogni studente e favorire anche un lavoro comune tra i docenti;
- evidenzia l’importanza fondamentale che l’istruzione professionale rimanga strettamente connessa all’istruzione tecnica, legame che ha prodotto esperienze virtuose quali i “Poli Tecnico-professionali”, evitando il rischio di una negativa e anacronistica separazione tra le due filiere di istruzione.
* * *
Parere su “Schema di DM di approvazione dell’elenco dei progetti di sperimentazione dei licei ed istituti tecnici quadriennali di cui al DM 567 del 2017” (votato a maggioranza)
Il terzo parere espresso dal CSPI ha riguardato lo schema di decreto con cui il Miur intende estendere da 100 a 192 il numero delle classi (e quindi delle scuole secondaria di secondo grado) destinatarie del piano di innovazione ordinamentale che prevede la possibilità di sperimentare la riduzione da 5 a 4 anni del percorso di istruzione superiore.
Nel parere il CSPI ricorda come nella precedente delibera in materia (Adunanza Plenaria del 10.5.2017) abbia già espresso la propria posizione nel merito della sperimentazione dei percorsi quadriennali. In esso il Consiglio faceva, tra l’altro, rilevare come una sperimentazione ordinamentale necessiti di una regia nazionale, di un’unica proposta metodologica-didattica supportata da validi criteri di selezione del campione rappresentativo e di strumenti di verifica e valutazione condivisi.
Il nuovo provvedimento sottoposto a parere, con la richiesta di estendere la partecipazione a tutte le istituzioni scolastiche richiedenti, anche a quelle con proposte progettuali inizialmente ritenute meno idonee a realizzare la sperimentazione, non è accompagnato da una illustrazione della distribuzione geografica del campione, né dei diversi indirizzi in esso coinvolti, né infine dalle ragioni per cui tale campione risulterebbe maggiormente rappresentativo della realtà delle scuole italiane.
Per tali ragioni il CSPI ha espresso parere negativo sulla proposta ministeriale.
* * *
Parere sulle “Modifiche alle Indicazioni provinciali per le scuole primarie e secondarie di primo grado in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano” (votato all’unanimità)
Le attuali modifiche, che provvedono ad una revisione di quelle approvate nel 2009, prevedono un aumento del “monte ore” annuale per la disciplina “movimento e sport”, al fine di soddisfare la naturale necessità di motricità delle alunne e degli alunni, veicolo per l’apprendimento, l’espressione e lo sviluppo armonico della personalità.