Pagamento supplenze brevi, un meccanismo infernale che la CISL Scuola chiede di cambiare
Tutti gli anni, in particolare a dicembre, si ripete l’increscioso fenomeno del ritardo nel pagamento delle retribuzioni dovute per le supplenti brevi. Arrivano in questi giorni tante segnalazioni da parte di docenti che non hanno ancora ricevuto lo stipendio del mese di ottobre e che, se va bene, lo avranno il 15 dicembre. Se il problema torna così spesso di attualità, significa che la gestione dei flussi finanziari per il pagamento delle supplenze è tutto fuorché rispettosa di un diritto sacrosanto, quello delle lavoratrici e dei lavoratori a essere pagati il giusto e in modo tempestivo.
Non da oggi la CISL Scuola sostiene che occorre mettere mano al meccanismo attualmente seguito, per cui la spesa per le supplenze brevi viene garantita con appositi stanziamenti, previsti a più riprese nel corso dell’anno e attraverso una procedura informatizzata di “dialogo” tra scuole e NOIPA complessa, per non dire complicata.
Le regole sono quelle fissate daI DPCM del 31 agosto 2016, con l’obiettivo di assicurare il pagamento delle competenze spettanti al personale entro e non oltre l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui avviene la prestazione di lavoro: il servizio di ottobre, stando a quelle regole, deve essere liquidato entro la fine di novembre.
Ma la procedura è talmente complica che tende facilmente a incepparsi. Prevede infatti una cooperazione applicativa che vede coinvolti il sistema informativo del Ministero dell’istruzione (SIDI) e due sistemi del Ministero dell’economia e delle finanze (il sistema NoiPA ed il sistema Spese della Ragioneria generale dello Stato, RGS). Per ogni supplenza, la scuola inserisce sulla piattaforma SIDI i contratti di lavoro: le informazioni arrivano a NOIPA, che effettua tramite MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) il calcolo delle competenze per ogni singola rata di pagamento da autorizzare. Il sistema di contabilità generale (GePOS), infine, verifica la capienza delle competenze calcolate da NoiPA. Se tutto fila liscio e le risorse ci sono, la segreteria della scuola autorizza il pagamento della rata.
L’autorizzazione, tuttavia, può essere revocata a causa di una variazione del rapporto di lavoro (ad esempio una assenza con riduzione dello stipendio): in tal caso tutto il processo rallenta, perché NoiPA deve ricalcolare l’ammontare del dovuto. Quando finalmente il calcolo dello stipendio è corretto, NoiPA controlla con la Ragioneria Generale dello Stato che ci siano le risorse. Se tutto è ok, NoiPA predispone il cedolino. In caso di incapienza di risorse sul capitolo di bilancio, il pagamento delle rate dei contratti della scuola che gravano sul capitolo incapiente viene sospeso. Il supplente, nel frattempo, può visualizzare sul sito di NOIPA lo stato di lavorazione del suo stipendio, ma senza ricavarne notizie utili a capire quanto tempo dovrà attendere per essere finalmente pagato. Chi chiede chiarimenti via mail al servizio assistenza di NOIPA, riceve risposte sconfortanti, come quella arrivata qualche giorno fa a Maria, docente supplente di scuola media della provincia di Milano, che ce ne ha messi a conoscenza e che riportiamo: Le ricordiamo che, affinché la rata possa rientrare nella prossima emissione utile, è necessario che questa sia nello stato di “autorizzato pagamento” (per il passaggio da autorizzato scuola ad autorizzato pagamento occorre, difatti, un ulteriore passaggio autorizzativo eseguito da Sistema Spese della Ragioneria che verifica la disponibilità dei fondi assegnati con il piano di riparto per poter liquidare le competenze autorizzate dalla scuola). Per ulteriori informazioni, la invitiamo a rivolgersi all’Istituto scolastico di riferimento del contratto che, a sua volta, potrà mettersi in contatto con il Ministero dell’Istruzione (MI) per la verifica della capienza dei fondi sul Capitolo di Bilancio. Ci sembra superfluo ogni commento.
Una cosa è certa: così non si può continuare, serve intervenire in modo risolutivo, come la CISL Scuola chiede da tempo: una nuova procedura, che riconduca il pagamento delle supplenze brevi alla stessa modalità seguita per le supplenze più lunghe, assicurando costanza e puntualità dei pagamenti.
Con questo obiettivo, la CISL Scuola ha già attivato contatti a livello politico e parlamentare per sollecitare un opportuno intervento legislativo.