150 milioni per pagare le supplenze brevi. Ennesima misura tampone, serve soluzione diversa
La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto legge 18 novembre 2022, n. 176 (cosiddetto “Aiuti quater”), che “assorbe” il DL 179 del novembre scorso, nel quale erano stati stanziati 150 milioni a copertura del fabbisogno per il pagamento dei docenti che, impegnati in supplenze brevi e saltuarie da settembre in poi, non hanno ancora ricevuto le retribuzioni loro spettanti. Sarà quindi possibile, per le scuole in cui le supplenze sono state svolte, provvedere a concludere la procedura informatizzata indispensabile affinché NOIPA possa liquidare le spettanze agli interessati.
Non è purtroppo la prima volta che si verifica questa incresciosa situazione, con grave ritardo nel pagamento dello stipendio ai supplenti per mancanza di copertura economica. Una situazione oggetto di reiterate denunce da parte della CISL Scuola, alla quale il Governo ha cercato di dare soluzione inserendo, nel DL 179 del novembre scorso, l’autorizzazione di spesa per 150 milioni – frutto peraltro di economie sull’organico covid – per consentire “il tempestivo” pagamento dei supplenti che hanno lavorato nel quadrimestre settembre/dicembre 2022.
In realtà quel che andrebbe superato è l’attuale meccanismo, per cui la spesa per le supplenze brevi viene garantita con appositi stanziamenti previsti a più riprese nel corso dell’anno, richiedendo una procedura lunga e complessa.
Servono infatti decreti del MEF, i quali sono sottoposti a registrazione della Corte dei Conti prima che le risorse possano arrivare nelle casse del Ministero, che a sua volta le assegna tramite specifici capitoli di spesa alle scuole, le quali a loro volta autorizzano NOIPA al pagamento degli stipendi.
Serve dunque una misura realmente innovativa, che liberi il pagamento delle supplenze brevi dal vincolo di questa complessa procedura burocratica, regolandolo alla stessa stregua delle supplenze più lunghe, rendendo quindi possibile provvedere ai pagamenti con costanza e puntualità.
Un tentativo era stato fatto nel 2016 (DPCM 31 agosto), con la previsione di precise scadenze per ogni soggetto coinvolto e relative responsabilità in ordine al loro eventuale mancato rispetto, ma alla prova dei fatti si è rivelata una soluzione inadeguata e inefficace.
La CISL Scuola è già attivamente impegnata a sollecitare Amministrazione e forze politiche perché si provveda finalmente a risolvere alla radice, e non con interventi tampone, un problema ricorrente da troppo tempo, garantendo l’elementare diritto di chi lavora a vedersi giustamente e puntualmente retribuito.